Seguendo le orme del cervo

In Svezia, l’emozione di avere come guida le impronte di un animale selvatico nel suo territorio. Tra caprioli e alci, volpi e lupi, linci e aquile marine, sull’isola di Orust, nello splendido arcipelago dove migliaia e migliaia di isole e isolotti disegnano la costa a nord e a sud di Göteborg

 

Zona paludosa al limitare della foresta: l’arcipelago davanti alla costa di Goteborg è ricco di panorami suggestivi ed abitato da numerose specie animali selvatici (credits@MonicaMazzitelli)

Il tratto di costa occidentale della Svezia che comincia un centinaio di chilometri a sud di Göteborg e continua poi nella regione del Bohuslän fino al confine con la Norvegia, è un meraviglioso arcipelago di migliaia e migliaia di isole e isolotti di ogni sorta. Un dedalo acquatico che fu croce e delizia di questo popolo di marinai, così poveri fino a tempi relativamente recenti −l’inizio del secolo scorso− da non aver per fortuna lasciato ai posteri deturpanti effetti antropici tolto qualche solitario bastione.

L’Isola maggiore, Orust, ha una discreta superficie: 346 chilometri quadrati che fino alla fine dell’ottocento erano quasi totalmente disboscati per esigenze manifatturiere. Ma con l’inizio della crescita economica e dell’industrializzazione della zona intorno a Göteborg a partire dai primi del ‘900, gli isolani migrano verso la città, lasciando Orust alla selvatichezza: nel giro di qualche decennio i proprietari terrieri iniziano il rimboschimento per lo sfruttamento del legname, e la Natura riprende possesso del suo regno. Con le foreste sono tornati mammiferi e uccelli di ogni specie, facilitati dall’abbondanza di acqua e di cibo tutto l’anno. Il clima è più mite d’inverno a causa della vicinanza col mare e sono tanti i mammiferi che vivono indisturbati: caprioli, cervi, alci, castori, tassi, scoiattoli, volpi, lupi, linci, visoni, cinghiali, e poi tante specie aviarie tra cui falchi, astori, poiane, aquile marine e rapaci notturni tra cui allocchi, gufi reali e altri rapaci minori, oltre a decine di specie migratorie, dalle gru alle rondini.

La casa nella foresta dell’isola di Orust dove abita Monica Mazzitelli autrice dell’articolo (credits@ MonicaMazzitelli)

È sull’isola di Orust che ho una tipica casa di legno dipinta di rosso, in una piccola radura al centro dell’isola, immersa in una zona coperta da foreste, acquitrini e bastioni di granito addolciti dal lavoro del movimento glaciale, a qualche centinaio di metri da un piccolo ma molto profondo specchio d’acqua roccioso, il lago di Rörtjärn.

Quest’anno è tornato finalmente un po’ di freddo e soprattutto tanta neve, a ristabilire un po’ quell’equilibrio messo in pericolo dal cambio climatico, e per riuscire a passeggiare fino al lago ci siamo dovuti bardare per bene.

La parte iniziale non è stata difficile, il sentiero pur coperto era riconoscibile. Ma da un certo punto in poi le alternative in mezzo a cespugli e boscaglia hanno iniziato a moltiplicarsi, ed è diventato impossibile immaginare quale fosse il sentiero vero e proprio… finché non abbiamo visto le impronte di un cervo! Con gratitudine abbiamo iniziato a seguire il suo percorso sicuro e esperto, sprofondando insieme a lui nel cuore del bosco e poi via verso una zona più aperta e acquitrinosa, che dovevamo costeggiare per poi tornare verso nord e arrivare alle sponde del lago. 

Le orme del cervo ben riconoscibili nella neve (credits:Monica Mazzitelli)

Ma dopo un centinaio di metri ci siamo resi conto che la nostra involontaria guida era non solo ben più adatta di noi a inoltrarsi in quella zona paludosa, con le sue zampe lunghe e affusolate, ma che il suo obiettivo non era il nostro lago!

A malincuore abbiamo lasciato le impronte sicure e eleganti della nostra involontaria guida ungulata per tornare sui nostri passi, e raggiungere poi finalmente la sponda del lago, ghiacciato e innevato, dopo che il sole era già tramontato. 

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