Cuba. L’uomo dei pellicani

Varadero, Cuba. L’uomo dei pellicani arriva in spiaggia a metà mattinata. Un secchio bianco, una piccola rete, il sigaro tra le labbra. Al primo lancio la rete torna carica di sardine. In pochi istanti l’uomo col sigaro e il suo secchio di pesciolini vengono circondati. Sette o otto pellicani gli ronzano attorno, hanno fame, sanno che è il posto giusto. Diventa uno spettacolo.

Capisci che l’uomo col sigaro non sta pescando per se ma per loro, i suoi amici pellicani. Li chiama con un breve fischio accompagnato da un leggero cenno della mano, <seguitemi> sembra dir loro. E gli vanno dietro,  cento passi verso un punto più pescoso, individuato osservando la corrente e le onde dell’oceano. I bagnanti del resort hanno già in mano le fotocamere, raffica di clic. I pellicani si atteggiano da star. Il vecchio cubano non chiede soldi, qualcuno gli offre un cubalibre. Altri clic. Lui svuota la rete e lancia in aria un pesce, i pellicani fanno a gara di velocità. Ma ce n’è per tutti. Un gioco che diventa attrazione. Poi se ne vanno, i pellicani torneranno domattina quando dalle palme spunterà nuovamente l’uomo col sigaro. Anche questo è Cuba. (Grazie per il contributo a Stefano Sofi)

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